L’addio a Gastone Andrian, comandante “Roger”


Aquileia, 29 gennaio 2020. Cimitero comunale ore 11,00. Funerale civile. Intervento di Lodovico Nevio Puntin (della Presidenza Sezione ANPI di Aquileia, Presidente Fondazione “Valmi Puntin”). Saluto della sezione ANPI di Aquileia al suo presidente onorario Gastone Andrian (Roger). Nato ad Aquileia il 15.10.1924 – Deceduto a Cervignano del Friuli, località Muscoli il 27.01.2020.

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Salutare Gastone significa prima di tutto capire il senso della sua vita, del suo impegno, dei principi, dei valori, della passione che lo caratterizza come instancabile uomo alla ricerca di soluzioni nell’arco di 95 anni, nelle difficili temperie attraversate.

Gastone è un ragazzo curioso e impegnato fin da bambino. Nasce ad Aquileia nel 1924, laborioso comune rurale della Bassa Friulana con però duemila anni di storia alle spalle, il che comporta responsabilità e attenzioni aggiuntive.

A 10 anni iniziò il lavoro di garzone. Un luogo di lavoro, la bottega di barbiere, dove passavano tante persone, contadini, operai, artigiani e Gastone ascoltava i discorsi politici, soprattutto degli antifascisti, imparando subito cosa fosse il soccorso rosso o la lotta clandestina al fascismo di Mussolini portata avanti dai militanti del partito comunista di Aquileia, di cui diventava ben presto dirigente, prima dei giovani comunisti – la FGCI – e poi del PCI (la prima cellula clandestina fu costituita, nell’Isola di Morgo, nella Laguna di Grado, subito dopo la foce del fiume Natissa, con Segretario politico Gastone, amministratore Ottone Rigonat e organizzatore Aladino Scuz).

Al segretario del fascio di Aquileia Comelli, che intimava a Gastone di non parlare di politica, Gastone spiegava che nella barberia si discutevano dei problemi della gente di Aquileia, di come stavano i contadini, delle condizioni di vita e sociale degli aquileiesi.

 I suoi primi 18 anni sono tutti dentro il ventennio del regime Fascista e nel 1943, il giorno dopo l’8 settembre, lui è già in bicicletta verso Selz, direzione Villa Montevecchi nel Carso Sloveno, assieme agli operai dei cantieri di Monfalcone che formeranno la Brigata Proletaria e già da subito partecipa da partigiano alla battaglia per la difesa di Gorizia, dove viene seriamente ferito ad una gamba.

Gastone, assieme a tanti altri giovani di Aquileia, della Bassa Friulana e del Monfalconese, decide subito dove stare: rifiuta ed evita la chiamata del regime fascista e sceglie di stare dalla parte di coloro, i partigiani, che vogliono combattere contro il Nazismo e contro il Fascismo.

E’ una fase storica piena di durezze da affrontare, di scelte difficili e rischiose da compiere che pone continue necessità di trovare soluzioni a problemi esistenziali veri: prima di tutto le libertà di espressione e di parola che mancano, le lotte per il riscatto da condizioni di miseria del 90% della popolazione dedita all’attività primaria dell’agricoltura, da portare avanti nella clandestinità, con i sindacati e i partiti messi fuori legge da Mussolini. Talvolta la vita è in pericolo, con la delazione dietro l’angolo, che può compromettere le famiglie.

Dopo la vittoriosa lotta di liberazione nazionale Gastone, assieme a Giordano Fratta, Nini Furlan, Pepi Moro, Ottone Rigonat e tanti altri giovani della Resistenza e dirigenti sindacali contadini, è pronto per cercare nuove soluzioni ai principali problemi delle persone a partire dalla ricerca di un lavoro. Su spinta della sezione del PCI  contribuisce alla costituzione della CAL – Cooperativa Aquileiese del Lavoro e della Cooperativa agricola. La non facile missione è di dare lavoro ai tantissimi disoccupati, prevedendo di poter lavorare anche a turno, in entrambe le cooperative da poco istituite. Successivamente negli anni, assunse l’incarico di Vice Presidente regionale della Lega delle cooperative,promuovendo dai monti alla pianura la costituzione delle Stalle sociali.

 Infine gli infiniti problemi sociali, inquadrati nella visione unitaria di una auspicata comunità autogestita, la 7^ zona socio-economica della Bassa Friulana, di cui per tanti anni, fino al 1975, sarà uno dei leader più riconosciuti assieme a sindaci democristiani e socialisti. Impegno unitario e visione che lo vede concentrato sui temi dell’agricoltura, esperienza che lo porterà nel 1983 ad essere eletto consigliere regionale e da vice presidente della Commissione agricoltura proseguire la sua attenzione al settore economico primario.

Queste sono alcune delle difficoltà da affrontare e li si forgia la generazione di Gastone, prima da partigiani e poi da politici impegnati nel dopoguerra per la crescita e lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni. Gastone si batteva per le sue idee, ma non fino al punto di produrre fratture, ricercava sempre punti di incontro, di compromesso accettabili per le parti, nel superiore bene comune.

Nei verbali della sezione del partito comunista italiano di Aquileia, custoditi nella Casa del popolo, in fase di riordino si trova molto del suo impegno di sindaco di Aquileia di cui andava orgoglioso e si sentiva onorato per averlo potuto svolgere.

a)     Era il momento di dare una casa decorosa agli aquileiesi, da decenni soggiogati dai imponenti vincoli archeologici, ambientali e militari. Tra il 1967 e 1975, nella parte finale della sua esperienza di sindaco, Gastone concorse con i compagni di Aquileia a definire una visione destinata a segnare la cittadina nei decenni successivi: la progettazione del Piano Regolatore comunale generale con i suoi piani attuativi.  Si pensi: a)  al PEEP nella frazione di Belvedere; b) al Piano insediamento per attività produttive nell’alta Beligna; c) ai Piani particolareggiati di Piazza Capitolo e di via Roma con ben 40 mini alloggi ristrutturati per anziani e giovani coppie; d) e soprattutto al ciclopico  Piano per l’Edilizia Economica e Popolare del capoluogo, costituito da ben 30 ettari, riservando per scelta il 40% a verde e servizi e il resto all’edilizia popolare, agli interventi delle cooperative, alla realizzazione di case singoli di privati. Un’area, quella del Paludo del Rosario a sud di Aquileia, malsana, bisognosa di essere bonificata e rialzata con imponenti riporti per garantire la sicurezza idraulica.Quella scelta rappresentò in parte una sconfitta per Aquileia, perché con ben meno costi e più salubrità si sarebbe potuto realizzare il PEEP a nord di Aquileia, verso Terzo, se scellerate scelte governative e militari non avessero imposto la costruzione della base missilistica con ben 690 ettari di terreno agricolo vincolato;

b)    Era il tempo per rivendicare provvedimenti legislativi che affrontassero seriamente la tutela e la valorizzazione del centro storico, monumentale, archeologico di Aquileia, conseguendo prima la legge nazionale nel 1967 (n. 121/1967) e la LR 33 del 1970 che finanziò le opere di urbanizzazione primaria per favorire anzitutto il trasferimento di oltre 20 famiglie espropriate insistenti a est e ovest della strada Giulia Augusta del Foro Romano. E poi riuscendo a far passare in Regione, da Consigliere regionale, la “sua” legge per Aquileia” (LR 47/1988);

c)     Era il tempo per realizzare le fognature comunali, che non rappresentavano solo una risposta alle esigenze del vivere civile della comunità ma anche un modo per garantire lo scolo delle acque delle aree archeologiche a partire dal Foro Romano;

d)    Era il tempo per costruire le scuole nuove e una delle prime palestre al servizio dei ragazzi.

Tutte problematiche sociali che dovevano fare i conti con la Direzione del Museo archeologico nazionale e con la Soprintendenza per i beni archeologici di Padova, allora competente per Aquileia e il Friuli VG. Confronto e scontro, vittorie e sconfitte. Un altalena di momenti vissuti sempre con grande condivisione e partecipazione popolare.

e)     Nel 1966 Gastone affrontò la grave alluvione che allagò l’intera Quarta Partita, riuscendo a mobilitare, in assenza di Protezione civile, giovani e lavoratori aquileiesi assieme ai soldati dell’Esercito per portare soccorsi e tamponare gli argini a mare erosi dalla straordinaria mareggiata;

Insomma nella visione e nell’azione di Gastone era prevalente l’obiettivo di fare del Comune di Aquileia una casa di vetro, ricercando e favorendo la massima partecipazione dei cittadini. Quante assemblee popolari e pubbliche nelle frazioni che ricalcavano un po’ le cellule del PCI (a Belvedere, nel paludo Quarta Partita, a Muson, a Beligna, nel capoluogo di Aquileia, in Capitolo,  nel bar della Ursula alle Porte – nella zona del Foro Romano, a Villa Raspa – San Zili, a Monastero), quante discussioni, in cui  ognuno si sentiva libero di portare il proprio contributo.

Molti giovani hanno subìto la sua influenza, si confrontavano con lui, specialmente nel periodo delle lotte per la liberazione dall’imperialismo americano nel Vietnam, nella buia fase della strategia della tensione e degli opposti estremismi che ha vissuto l’Italia dopo il 1968. Nel 1964, alla morte di Togliatti, diversi giovani si iscrissero alla FCGI e subito dopo al PCI. Così già nel 1970 ci fu un innesto importante di giovani alla guida del PCI di Aquileia, diversi dei quali eletti in Consiglio comunale.

Sentendo Gastone e gli altri compagni della sua generazione e di quelle precedenti, emergeva la dura vita dei partigiani in montagna, nel freddo, nella fame, mal vestiti, mal armati, col rischio di perdere la vita ad ogni scontro con i repubblichini fascisti o con i nazisti o con gli altri collaborazionisti; veniva fuori il senso di disciplina, di rigore, di responsabilità che così giovani questi ragazzi partigiani dovevano avere e la cui esperienza l’hanno poi trasportata nell’impegno civile.

Una generazione che ha segnato l’inizio della Repubblica.A differenza di altri compagni, morti o dispersi, Gastone ha avuto la fortuna di ritornare a casa ed ha potuto concentrare il suo impegno nella costruzione di una Repubblica democratica, antifascista, libera, nella pace. Gastone partecipava regolarmente alle settimanali riunioni del Comitato direttivo della Sezione del PCI, a quelle del Comitato Federale e regionale del PCI fino al 1988.Poi venne la Bolognina, con la scelta di Occhetto di cambiare nome al PCI, e molte strade personali si divisero. Chi nel PDS, chi in Rifondazione comunista, chi nei Comunisti italiani, come lui, che non esitò con Antonino Cuffaro di entrare nel governo D’Alema, anche qui per cercare di trovare risposte unitarie, pur in una sinistra frastagliata, al governo del paese.

L’amarezza pian piano ha preso corpo e lui, un po’ di luce, la rivedeva quando ricordava la visita ad Aquileia di Enrico Berlinguer, quando fu chiesto e ottenuto il sostegno del PCI nazionale per acquistare il terreno su cui costruire la Casa del popolo, iniziando così ad Aquileia 15 anni di gran lavoro di tanti compagni volontari. Gastone presiedeva il Comitato di 5 compagni, tra cui chi vi parla, Giovanni Donda, Peppino Cossar e Roberto Tomat e con il lavoro di tanti volontari,militanti comunisti e simpatizzanti di tutte le generazioni, si concluse finalmente la costruzione della Casa del popolo, tanto desiderata fin dal 1945.

Ad ogni rinnovo elettorale del sindaco di Aquileia, negli ultimi tempi, si chiedeva: cosa succede, cosa si fa? Era lucido ed esprimeva la voglia del combattente, anche dopo i 90 anni.Di Gastone si potrebbero raccontare tanti aneddoti, scoprire momenti positivi e negativi anche ascoltando le interviste nel DVD con i partigiani Argante (Bruno Violin)  e Arco (Gino Furlan), che sono state consegnate ai giovani nelle scuole.Nei due libri di Gastone c’è una storia intensa ed esemplare di un uomo di popolo, autodidatta, che ha dedicato la sua vita per le idee di uguaglianza, di libertà, di giustizia, di democrazia e di pace.

Alla famiglia di Gastone, alla quale va il cordoglio e la vicinanza più sentita dell’ANPI di Aquileia, che perde il suo presidente onorario, ai cittadini di Aquileia ed a noi tutti rimane l’incancellabile ricordo di una gran bella persona, di un esempio, di quelli che oggi sono difficili da trovare, cui l’impegno inesauribile verso la collettività è stato anche la direzione di senso di una vita.

Ti ricordiamo per la tua continua curiosità, voglia di capire, analisi, di prendere coscienza dei fatti e problemi del mondo per potervi intervenire meglio e più a fondo, operando attivamente per cambiare le cose, trasformare la realtà.Prima da partigiano, poi da esemplare amministratore in Comune e in Regione,dirigente del movimento cooperativo. Instancabile combattente politico che non ha mai smesso di impegnarsi di lottare per l’affermazione dei propri grandi ideali.

Mandi Gastone.