Intervento di Antonella Lestani alla cerimonia in ricordo dei 29 partigiani osovani e garibaldini fucilati alle carceri di via Spalato in Udine


INTERVENTO CARCERI UDINE 7 APRILE 2024

Signor Sindaco di Udine, Signori Sindaci, Autorità civili e militari, rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma, rappresentanti dell’Associazione Partigiani Osoppo, parenti delle vittime che oggi ricordiamo, cittadine e cittadini di Udine vi porto i saluti dell’ANPI provinciale di Udine e di Dino Spanghero componente della Segreteria dell’ANPI Nazionale che oggi, causa impegni istituzionali, non può essere presente a questa cerimonia.

Ringrazio per la presenza il vice sovraintendente della Casa Circondariale di Udine, William Facile.

Hanno inviato i loro messaggi di saluto il presidente del Consiglio Regionale Mauro Bordin, l’ass. regionale Riccardo Riccardi, il consigliere regionale Moreno Lirutti, il Gen. Atzeni della Legione Carabinieri del FVG, il vicesindaco Alessandro Venanzi e il questore di Udine Alfredo D’Agostino.

Un saluto e un ringraziamento anche all’oratore on. Franco Corleone; la sua presenza oggi è particolarmente significativa.

Ricorre il 79° anniversario della barbara strage compiuta dalle famigerate SS di Hitler che la mattina del 9 aprile 1945 massacrarono, dentro queste mura, 29 partigiani. Fucilati in tre gruppi: il primo contro il muro del cortile interno, a sinistra per chi entra; il secondo a destra; e quindi il terzo. Finiti a colpi di pistola quelli che davano ancora segni di vita.

Ricordiamo il sacrificio di questi uomini; ripensiamo alle loro giovani vite spezzate, al dolore dei familiari e degli amici, ancora più forte perché sarebbero stati sufficienti ancora pochi giorni perché Udine venisse liberata e loro avrebbero avuto salva la vita.  Si batterono e morirono per la realizzazione di un’idea che non riuscirono mai a toccare con mano: è stato, il loro, un sacrificio doloroso ma non vano.

Ricordarli è una manifestazione di cittadinanza attiva, un dovere che ha un nome preciso: quel nome è Antifascismo.

Non dimentichiamo che ci sono crimini che moralmente non cadono mai in prescrizione e vi sono valori imperituri fondanti la nostra civiltà e derivanti dalla nostra Costituzione: gli uni e gli altri non potranno essere mai confusi anche se sono trascorsi da allora molti anni.

Sappiamo che senza memoria del proprio passato, senza coscienza del proprio presente un popolo non va da nessuna parte e rischia di ricadere nei drammi dai quali è faticosamente uscito. Bisogna invece ricordare, analizzare, capire, far sì che gli errori e gli orrori non si ripetano; anche per questo siamo qui oggi.

Per battere autoritarismo e oppressione, razzismo e manganelli, precarietà, sfruttamento e devastazione ambientale non è sufficiente invocare il passato ma serve costruire un futuro migliore. La liberazione è innanzitutto questo: la voglia di un’umanità realizzata.

La Resistenza seppe operare con una impegnata unità e permise a De Gasperi di sedersi con dignità al tavolo della pace a Parigi nel 1947, nonostante l’Italia fosse stato uno dei paesi promotori della guerra. La Resistenza vittoriosa ha portato il nostro paese alle elezioni libere e democratiche, al voto delle donne, all’ Assemblea Costituente eletta dal popolo, alla promulgazione della Costituzione che affonda le proprie radici nella Resistenza al fascismo dove sta scritto al suo primo punto che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Una Costituzione che va applicata integralmente. Che va difesa dai tanti attacchi che continua a subire e che va fatta vivere nella sua pienezza e nelle sue potenzialità. E dobbiamo anche ricordare che chi oggi vuole cambiare la nostra bella Carta non era lì a scriverla con le Madri e i Padri Costituenti.

Ci preoccupano le proposte di legge sull’autonomia differenziata e quella per l’istituzione del cosiddetto premierato. Leggi che se approvate stravolgeranno la ratio della nostra Costituzione.

La battaglia per la difesa della Costituzione antifascista ci compete: è la nuova Resistenza. Difendiamo la Costituzione del ’48 non solo perché è nata dalla lotta partigiana ma perché disegna una società solidale, giusta, pacifica e democratica. La società che desideriamo per noi e per i nostri figli.

Quando nel 1945 terminò il conflitto in Europa i resistenti di tutti i paesi dichiararono solennemente: “mai più guerre, mai più persecuzioni razziali”. La Resistenza ha combattuto il nazifascismo per scacciare la guerra dall’Europa e dal mondo..
Purtroppo la storia è andata da una altra parte, guerre e persecuzioni sono apparse in forme e modalità impressionanti e il mondo stenta ad individuare un equilibrio solidale e condiviso.

Allora: Fuori la guerra dalla Storia – lo diceva Lidia Menapace, la partigiana Bruna. Lo diciamo anche noi qui oggi. Diciamo NO alle guerre che già si combattono e quelle che sembrano annunciarsi e costruiamo la pace. Una pace per fermare l’invasione russa dell’Ucraina e il massacro perpetrato da Israele nei confronti del popolo palestinese, una pace per il rilascio degli ostaggi del 7 ottobre in mano ad Hamas, occorre un’azione determinata dell’Europa ma purtroppo in tale contesto l’Unione Europea e i suoi Governi appaiono incredibilmente inerti e sanno solamente emanare messaggi esasperatamente bellicisti. E’ purtroppo palese la rinuncia ad avere un proprio autonomo ruolo, un comportamento che la storia non potrà che giudicare severamente.

L’Appello per la pace e il disarmo, redatto in occasione del primo incontro mondiale degli ex combattenti tenutosi a Roma nell’ottobre del 1979, si concludeva con queste parole: “Fiduciosi nei destini dell’uomo, noi ci rifiutiamo di lasciare alle generazioni future un mondo di rovine, desolazione e di morte. Noi confermiamo la nostra volontà di contribuire a far sorgere il mondo della vita, del progresso, della giustizia, nel rispetto della libertà e della dignità dell’essere umano”.

Ripartiamo dalla memoria di coloro che si sono battuti e hanno pagato prezzi pesanti per ridarci la libertà. Uomini e donne ai quali la democrazia italiana deve moltissimo.
Viva la fratellanza tra i popoli.
Viva la Resistenza.
Viva la Costituzione italiana.
Viva la pace.