Ultimi giorni per visitare la mostra “Che genere di voto. Immagini e parole dalla stampa friulana sul primo voto alle donne 1946-1948”. L’esposizione, che affonda le sue radici in un progetto di ricerca e studio voluto e condotto dal Coordinamento regionale Donne ANPI e dall’associazione SeNonOraQuando? di Udine, è allestita fino al 30 giugno, nell’atrio di palazzo Antonini, in via Petracco 8. Il contesto storico-sociale e il clima politico che hanno accolto il suffragio universale femminile nella nostra regione sono il punto di partenza per un’analisi della partecipazione delle italiane, e in particolare delle friulane, alla vita politica del Paese nella fase immediatamente successiva al secondo conflitto mondiale. Nella primavera del 1946 le donne sono chiamate per la prima volta alle urne, inizialmente per eleggere le amministrazioni comunali e poi per scegliere tra monarchia e repubblica nonché la composizione dell’Assemblea Costituente. Elettrici, candidate ed elette: sono questi i ritratti che l’itinerario espositivo presenta al visitatore, con l’intento di capire i tempi attuali attraverso la conoscenza della storia recente e per favorire il superamento dei pregiudizi e delle discriminazioni verso l’impegno femminile in politica. La mostra sta riscuotendo grandi consensi e apprezzamenti da parte del pubblico – come evidenzia l’alto numero di visite che finora conta circa 700 presenze -, tant’è che molte sezioni ANPI della provincia hanno già chiesto di poterla ospitare nei loro comuni, dopo Udine.
Come nel resto della Penisola, in Friuli e nel Pordenonese l’affluenza femminile ai seggi elettorali fu enorme: votò l’88,5% delle aventi diritto, mentre in ambito nazionale si raggiunse la quota dell’89%. Gli sguardi, le opinioni e gli umori sulla donna in politica espressi dalle pagine della stampa locale forniscono una cassa di risonanza agli orientamenti e agli atteggiamenti molto diffusi a livello nazionale nell’opinione pubblica e in tutti i partiti dell’epoca. Da una prospettiva di genere, la mostra mette in luce, dunque, come il tipo di comunicazione veicolato dalle varie testate si fondi sulla convinzione che la politica è luogo decisionale attribuito all’autorevolezza maschile e che alla donna spettano altri compiti. Con la sola eccezione de “La Donna Friulana”, primo giornale locale scritto da donne per le donne, gli altri periodici friulani si dimostrano impegnati a contrastare modelli emancipazionisti e ad affermare un paternalismo politico e di controllo del voto femminile. Il profilo delle elettrici che propongono, pertanto, cambia i suoi contorni a seconda della diversa tendenza ideologica cui si ispirano.
Concentrando l’attenzione sulle candidate in lista e sulle elette, l’esposizione approfondisce, inoltre, il tema della rappresentanza di genere e arriva a svelare un enorme gap. In Friuli e nel Pordenonese, infatti, solo 41 comuni (su un totale di 179) presentano candidature femminili, e sono soltanto 83 le candidate su 5.230 eleggibili. Le informazioni raccolte in un anno e mezzo di ricerca dal Coordinamento regionale Donne ANPI e dalla sezione udinese dell’associazione SeNonOraQuando? negli archivi di molti comuni confermano il diffuso atteggiamento di diffidenza dei politici e del mondo maschile dell’epoca nei confronti delle donne, che si dedicano alla res publica. In seguito, molte di loro sono costrette ad abbandonare l’attività politica per tornare a occuparsi unicamente della famiglia e ben presto verranno dimenticate. La mostra, perciò, ha anche il merito di recuperare dall’oblio i nomi e i volti delle friulane protagoniste nelle prime elezioni dell’Italia liberata dal nazifascismo. Chi visiterà il percorso espositivo, troverà alcuni brevi profili biografici, stilati grazie alle informazioni sulle candidate fornite dai loro familiari e dai comuni appositamente per questa iniziativa.
L’esposizione è organizzata con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia ed è patrocinata dall’Università di Udine e dal Comitato Unico di Garanzia. Le visite sono possibili da lunedì a venerdì con orario 9.30 -17.30; il sabato dalle 9.30 alle 12.30. L’ingresso è libero.