Quella di Povoletto fu una battaglia condotta con tanta abilità da far stupire per il grado di maturità raggiunto dalla Resistenza friulana sul piano militare: fu un piccolo capolavoro di strategia.
Accuratamente preparata dai comandanti della divisione Garibaldi Osoppo Natisone, allora con comando unificato, che presidiava la zona libera, aveva come obiettivo l’eliminazione del presidio della 63.a legione della Guardia nazionale repubblicana “Tagliamento”, situato a Povoletto e composto da 220 carabinieri, 30 camicie nere, qualche finanziere, ai quali si erano aggregati 3 marescialli tedeschi; quindi in totale circa 260 uomini.
Bisognava liberarsi di quel presidio, che limitava la libertà di manovra dei partigiani, minacciava la popolazione, requisiva viveri – cereali e bestiame soprattutto.
La battaglia avvenne il 5 settembre 1944 e si concluse con la conquista del Municipio, l’ultimo baluardo rimasto ai nazifascisti.
L’abilità con cui fu condotta l’operazione è evidenziata dai risultati che ottenne: di fronte a tre caduti e una ventina di feriti di parte partigiana, stanno 28 fascisti uccisi e 193 prigionieri, tra cui i tre tedeschi e un ricco bottino in armi e materiali. 170 dei carabinieri catturati aderirono poi al movimento partigiano, entrando nelle formazioni osovane o garibaldine.
Il contesto in cui questa battaglia è inserita è la zona libera del Friuli Orientale.