I GAP


Formati dal comando generale delle Brigate Garibaldi alla fine del settembre 1943 i GAP, Gruppi d'Azione Patriottica, nacquero su iniziativa del Partito Comunista Italiano, dalle cui federazioni dipendevano.

Erano piccoli nuclei di partigiani, quattro o cinque uomini, un caposquadra, un vice caposquadra e due o tre gappisti. Tre squadre di quattro uomini costituivano un distaccamento, con alla testa un comandante e un commissario politico.

Solo i componenti di una stessa squadra dovevano essere a contatto fra loro. Bene addestrati, i singoli elementi, a differenza dei partigiani di montagna, se possibile conducevano un'esistenza alla luce del sole, spesso con un normale impiego dietro al quale camuffavano l'attività di guerriglia. In altri casi erano costretti alla clandestinità assoluta.

La loro azione, fondata sulla convinzione della necessità di incalzare il nemico senza tregua, aveva compiti di sabotaggio e di azioni armate, tra cui l'eliminazione di tedeschi e fascisti in ambito cittadino, soprattutto delatori, o noti torturatori; e di proteggere i servizi d’intendenza partigiana nelle pianure.

La loro azione, importantissima sul piano militare, lo era altrettanto sul piano psicologico, poiché dava agli occupatori la sensazione di non controllare il territorio, nemmeno nelle grandi città.