Bella ciao Renato Calligaro


Si è spento, a 95 anni, nella sua Buja, dov’era nato, il pittore, disegnatore e vignettista Renato Calligaro. Ha partecipato alla resistenza per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo e ha poi continuato per tutta la vita a impegnarsi per portare avanti i suoi ideali sociali e democratici usando le proprie armi, che sono state il disegno e la parola.

Trasferitosi da piccolissimo con la sua famiglia a Buenos Aires è tornato in Friuli nel 1937 e poi nel 1946 è rientrato in Argentina a finire gli studi. Poi si è trasferito in Brasile dove ha lavorato come grafico pubblicitario per potersi dedicare alla pittura in piena libertà creativa. Nel 1964, però, un colpo di stato militare lo ha costretto a lasciare il Paese e a tornare in Friuli.

Ed è stato proprio in Italia che ha cominciato in maniera stabile a disegnare vignette e storie per importanti testate giornalistiche commentando i fatti che hanno turbato la vita civile e politica del nostro Paese. Lo ha fatto con uno stile inconfondibile, sia nel tratto del disegno, sia nell’espressione dei concetti: ha scelto, infatti uno stile che non privilegiava la battuta caustica e bruciante, ma che prediligeva espressioni che inducevano a soffermarsi a pensare e a ragionare su quello che stava accadendo, ma anche sull’arte sulla letteratura e la filosofia, sottolineando, così, come poi si è visto chiaramente fino ad arrivare alla drammatica situazione attuale, che una società non può che implodere se trascura di nutrirsi culturalmente.

Lo ha ben spiegato proprio lui in un’intervista del 2003: «Quando sono tornato in Italia ho cominciato a fare fumetti politici. Prima facevo esclusivamente il pittore e lo scrittore vivendo in quella che alcuni chiamano “cultura alta”. Creando fumetti, invece, sono entrato nel mondo della comunicazione di massa, che è tutt’altra faccenda. Me ne sono entusiasmato, ho partecipato politicamente a queste vicende e ho cominciato a entrare nel centro pulsante della comunicazione di massa, di una cultura che è completamente diversa da quella a cui ero abituato. Insomma, ho visto e vissuto i contrasti e le contraddizioni tra queste due culture dall’interno e mi sono reso conto dell’incomunicabilità totale esistente tra di loro. Da un lato i fumetti erano considerati una banalità da pittori e scrittori; dall’altra i fumettisti consideravano pittori, scrittori e critici quasi assolutamente inutili. Da questa mia posizione è nato il bisogno di chiarire la situazione, di far avvicinare questi due mondi, ma anche di capire. Ho cominciato a dare vita a dibattiti che Linus ha ospitato nella sua rivista d’avanguardia Alterlinus. Purtroppo negli anni Ottanta tutto questo è finito, ma quegli anni sono stati anni molto ricchi e io mi sono appassionato a questo dibattito, anche perché più cose capivo, più mi rendevo conto che mi trovavo davanti a un pozzo senza fondo scavato da un malinteso totale su un sacco di cose. Ho approfondito le questioni e cercato di dare forza a questo dibattito in Italia, perché è molto richiesto dai giovani. E sono assolutamente convinto che ci sia grande necessità di questo dibattito, anche se naturalmente so benissimo che di queste cose si occupa una fascia ristretta di persone».

E concludeva: «I giovani con cui parlo hanno interesse per queste cose. Non è che mi diano sempre ragione, ma sono interessati al dibattito in sé perché sono molto disorientati, ma davanti a questo sfascio evidente non vogliono restare inerti».

Dal 1967 ha disegnato vignette e fumetti di satira politica per le riviste ed i quotidiani italiani Confronto, ABC, Linus e Alterlinus, Arcibraccio, Vie nuove, Manifesto, Lotta Continua, Reporter, Panorama, L’Espresso, Satiricon (supplemento de La Repubblica), Tango, Cuore (supplementi de L’Unità), e per il giornale francese Le Monde.

Negli ultimi decenni ha fondato e diretto la rivista Tempofermo e ha pubblicato il libro “Le pagine del tempo”, per i tipi della Mimesis.

Tra le opere pittoriche, oltre ai “quadri sequenza” solitamente della misura di 242 x 60, vanno ricordati i “poemi per immagini” nel fumetto: Montagne (1978), La favola di Orfeo (1978), Casanova/Henriette (1978/79), Oltreporto (1980), Deserto (1980), Lirica 4 (1980), Zeppelin (1984), Poema Barocco (1988), oltre al video in DVD Le streghe di Germania (ED. Kappavu, 1992).

A cura del giornalista Gianpaolo Carbonetto