Signor sindaco di Gonars
Autorità civili e militari
Signore/i rappresentanti delle vicine amiche repubbliche di Slovenia e Croazia
Familiari delle vittime del campo di concentramento di Gonars
Come ogni anno siamo qui a compiere il nostro dovere di cittadini nel ricordare e rendere il dovuto omaggio a quanti in questo luogo hanno lasciato la loro vita, vittime di un’ideologia perversa, che avrebbe voluto assoggettare il mondo intero alle sue inumane pretese.
Nel proseguire degli anni, se si affievolisce, per ovvie ragioni di tempo, il dolore dei familiari più prossimi, non si deve però affievolire il sentimento di ripulsa verso le ignominie che qui si sono compiute.
Noi siamo qui per affermare la volontà di un comune cammino verso un’Europa (vorrei dire un mondo) che, memore di un passato nefasto, abbia il coraggio di progredire in pace e respingere in modo assoluto il ricorso alle armi per risolvere le controversie tra le nazioni.
La comune lotta di liberazione che ha sconfitto nei nostri paesi il nazifascismo ci deve insegnare la via della pace e della solidarietà. In questi giorni si sta celebrando in Italia il centesimo anniversario del milite ignoto, emblema dell’orrore della guerra e del dolore che essa infligge ai superstiti. Qui a Gonars non ci sono ignoti, ci sono persone, donne uomini e bambini: nomi e cognomi, date di nascita e di morte. Ad essi come a tutti i morti (ignoti per la storia, non certo per i familiari più prossimi) vada il nostro cordoglio ed il nostro commosso ricordo.
Questo sia luogo di memoria, ma soprattutto di solidarietà sovranazionale.
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