JURI LINO nome di battaglia “Olmo”


Lino, nato a Buttrio il 16 gennaio 1921, era un giovane estroverso e brillante di mentalità aperta, amante della vita.
Aiutava i genitori nei lavori dei campi ma contemporaneamente dedicava molto tempo alla lettura di libri, cosa rara per quei tempi.
A vent’anni si arruolò militare e dopo un periodo di addestramento fu trasferito in Russia sul fronte del Don nell’agosto del 1942.
Durante questa campagna si segnalò per il suo coraggio tanto che gli fu concesso una Croce al valor militare con la seguente motivazione:
“Durante un ripiegamento sotto continua pressione avversaria e ripetuti attacchi di carri armati e di aviazione, affrontava con sangue freddo i rischi derivanti dall’enorme superiorità avversaria in eccezionali durissime condizioni di clima. Accerchiato, reagiva decisamente e con ripetuti assalti all’arma bianca, che costavano sanguinosi sacrifici, riusciva a svincolarsi ed a raggiungere il resto della colonna.
Fronte del Don – Escherkowo (Russia), 26 dicembre 1942-15 gennaio 1943.”

Dopo l’8 settembre 1943 volle impegnarsi nella lotta per la libertà arruolandosi come partigiano nella brigata Garibaldi, assumendo il nome di battaglia “Olmo”, malgrado l’opposizione dei genitori.

Infatti diceva a suo padre Pietro: “preferisco vivere una giornata da leone piuttosto che 100 da pecora”.

Durante un rastrellamento delle truppe tedesche presso il Bosco Romagno fu fatto prigioniero e condotto nelle carceri di Udine.
Il 7 febbraio 1945 una azione coraggiosa di un gruppo di partigiani “Diavoli rossi” guidati dal comandante Romano, presero d’assalto le carceri di via Spalato liberando una ottantina di prigionieri politici.

A seguito dell’attacco due guardie rimasero uccise.
Immediatamente il comandante tedesco Reiner, Gauleiter del Litorale Adriatico ordinò da Trieste una rappresaglia.
23 ostaggi, detenuti nelle carceri udinesi tra cui Lino, furono portati all’alba di domenica 11 febbraio 1945 presso il muro esterno del cimitero di Udine e lì abbattuti da un gruppo di fascisti italiani al comando di un ufficiale tedesco.
Così scriveva Lino ai genitori dopo la condanna a morte del Tribunale Speciale per la Pubblica Sicurezza:
“Udine 11 febbraio 1945
Carissimi Genitori,
non mi rimane che solo qualche istante prima di andare alla pena.
Non piangete il destino come non lo piango io.
Sono sereno, perdonatemi tutto
Addio Lino”
Dopo la Liberazione nell’estate del 1945 la salma di Lino, assieme a quelle di Elio Livoni e Arduino Potocco uccisi per rappresaglia nelle prigioni di via Spalato a Udine il 9 aprile 1945 e purtroppo tutti legati dal comune destino, furono trasportate a Buttrio dove si celebrarono i solenni  funerali con la partecipazione dell’intera popolazione.

Oggi riposano nella area monumentale del cimitero di Buttrio.