Ricorre il 79° anniversario della barbara strage compiuta dalle famigerate SS di Hitler che nell’aprile del 1945 massacrarono 29 partigiani alle carceri di via Spalato in Udine.
L’ A.N.P.I. invita i famigliari, cittadine e cittadini a partecipare per rendere onore ai Patrioti Caduti per l’Italia e la Libertà.
DOMENICA 7 APRILE 2024 ore 10.00
PROGRAMMA DELLA CELEBRAZIONE
Ore 10.00 Incontro dei Sindaci, delle Autorità, dei Familiari dei Caduti, dei partigiani, di cittadini e giovani. Deposizione delle corone alla lapide in loro ricordo
Saluto di Alberto Felice DE TONI Sindaco della Città di Udine
Saluto di Antonella LESTANI Presidente dell’A.N.P.I. Provinciale di Udine
Orazione ufficiale di Franco CORLEONE Garante dei diritti dei detenuti per il Comune di Udine
Parteciperà il Coro Popolare della Resistenza
I Signori Sindaci sono pregati di partecipare con la fascia tricolore e con il Gonfalone della Comunità
Con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia
Eccidio alle carceri di Udine del 9 aprile 1945
Era il 14 marzo 1945, mercoledì. Prelevati dal carcere di via Spalato, circa 20 partigiani vennero scortati in via Treppo, dove li attendeva un tribunale tedesco. Requisitorie e accuse erano pronunciate in tedesco e approssimativamente tradotte dall’interprete, il maresciallo Hans Johannes Kitzmüller. Dopo circa tre ore, uscirono dall’aula, incrociando l’altro scaglione di 20 partigiani, a loro volta da processare.
Finiti i processi – farsa, una cosa i partigiani avevano capito: che 37 di loro erano stati condannati a morte. Di solito il carcere di Udine era usato dai tedeschi come un serbatoio da cui pescare le vittime da fucilare per rappresaglia, come era successo per i fucilati al cimitero l’11 febbraio, in risposta all’attacco alle carceri del 7 febbraio, con la liberazione di decine di prigionieri; e così pensarono i condannati, rassegnati ormai alla loro sorte.
Scriveva ai familiari uno di loro, Mario Foschiani “Guerra”: “Siamo qui in agonia, ma siamo allegri e vi possiamo assicurare che teniamo allegro tutto il carcere. Non tremai dinanzi al teatrale processo. Tutti i compagni ci guardavano; sorridenti e cantando uscimmo dall’aula. Noi siamo già rassegnati perché sappiamo che i tedeschi ci liquideranno senza pietà. Ma vi dichiaro che sono orgoglioso di morire per la mia Patria libera e indipendente. Addio a tutti. Morte al fascismo! Morte all’invasore! Libertà ai Popoli”.
I condannati pensavano che il mattino dopo sarebbero stati condotti in qualche luogo per la fucilazione, invece il giorno dopo erano ancora in cella, e così per tanti altri giorni. Diventava sempre più evidente che non di rappresaglia si trattava, ma di un inutile sfogo della rabbia per la sconfitta ormai ineluttabile.
Nonostante il silenzio mantenuto dal quotidiano fascista “Il popolo del Friuli” sulla vicenda, la notizia si diffuse in città, suscitando grande emozione. Subito i comandi partigiani si attivarono cercando di catturare più ufficiali tedeschi possibile, per proporre uno scambio; e si mobilitarono anche varie personalità udinesi, tra le quali l’Arcivescovo, che però riuscì soltanto a far ridurre il numero dei condannati: da 37 a 29.
9 aprile 1945, lunedì. Scriveva in quella data nel suo diario dal carcere Gino Pieri: “Stamani poco dopo le cinque sono stato destato da alcuni colpi di fucile e di mitra.. Alle sei si è affacciata a darmi il buongiorno la guardia che montava in servizio e mi ha detto: “Avete sentito? Hanno fucilati i condannati a morte”.
I condannati erano stati fucilati in tre gruppi: il primo contro il muro del cortile interno, a sinistra per chi entra; il secondo a destra; e quindi il terzo. E infine gli isolati colpi di pistola per il colpo di grazia a quelli che davano ancora segni di vita.
La mattina di 22 giorni dopo, Udine era liberata e il Sindaco nominato dal CLN, Giovanni Cosattini, nel pomeriggio accoglieva le truppe inglesi e neozelandesi che entravano in città da Viale Venezia.
I fucilati sono:
- Angelo Adamo da Comiso, anni 30;
- Gio Batta Beccia da Ronchis, anni 21;
- Mario Bolognato da Firenze, anni 26;
- Umberto Bon da Manzano, anni 31;
- Matteo Bossa da Paesana, anni 19;
- Luigi Ciol da Teglio Veneto, anni 19;
- Giunio Coloricchio da Pozzuolo, anni 19;
- Luigi Coradazzi da Socchieve, anni 23;
- Francesco Del Vecchio da Barletta, anni 23;
- Giuseppe Favret da Azzano X, anni 18;
- Ovidio Favret da Azzano X, anni 21;
- Mario Foschiani da Udine, anni 32;
- Salvatore Genovese da Randazzo, anni 24;
- Giovanni Ghidina da Forni di Sotto, anni 41;
- Albino Gonano da Prato Carnico, anni 26;
- Luigi Grahrelj da Gorizia, anni 18;
- Elio Livoni da Buttrio, anni 25;
- Mario Modotti da Udine, anni 32;
- Valentino Monai da Amaro, anni 29;
- Antonio Morocutti da Treppo Carnico, anni 27;
- Leandro Nonini da Gemona, anni 29;
- Gino Nosella da Portogruaro, anni 20;
- Enrico Pascuttini da Spilimbergo, anni 20;
- Elio Polo da Forni di Sotto, anni 52;
- Arduino Potocco da Buttrio, anni 22;
- Enno Radina da Villasantina, anni 31;
- Benito Siniciali da Sesto al Reghena, anni 21;
- Giulio Tesolin da Fiume Veneto, anni 21;
- Napoleone Zompicchiatti da Manzano, anni 41.
Per chi volesse approfondire:
Andrea D’Aronco, Fabio Verardo “L’eccidio delle Carceri di Udine del 9 aprile 1945, Le fonti inedite dell’inchiesta per crimini di guerra della 69th Special Investigation Section”, ediz. KAPPAVU 2017
7 aprile invito cerimonia carcere di Udine