Sigismondo Osser “Paolo”


Nato il 14 aprile 1904, deceduto il 2 marzo 1945

Medico chirurgo; nato a Varsavia da genitori ebrei, si laurea in medicina all’Università di Padova. Si trasferisce a Gemona del Friuli dove la moglie Luisa, conosciuta durante gli anni universitari, lavora come radiologa all’Ospedale civile di S. Michele. Dal 3 gennaio 1939, in seguito alle leggi razziali del 1938, perde la cittadinanza italiana ottenuta il 15 novembre 1937 e non può più esercitare la professione di medico. Riesce a trovare una nuova occupazione assieme alla moglie presso il sanatorio di Buttrio fino al settembre del 1943. Con l’arrivo dei tedeschi è obbligato a scegliere tra l’emigrazione all’estero e la clandestinità. Grazie all’aiuto e alla mediazione del dott. Pietro Caracci, dentista di Udine e collaboratore della Resistenza, si trasferisce nella zona del Collio con le formazioni partigiane, adottando il nome di «Paolo». La moglie, rimasta a Buttrio, lo aiuta fornendo materiale sanitario e medicinali, mentre il figlio Edoardo Flavio (Edek) è temporaneamente affidato alla famiglia Pitotti di Orsaria (Premariacco).

In seguito alla requisizione del sanatorio da parte dei tedeschi, nel 1944 Luisa raggiunge il marito sul Collio e con lui organizza un servizio sanitario e i corsi infermieristici per la Divisione Garibaldi Natisone, diventando la partigiana «Šaša». Nonostante l’invito del IX Korpus a trasferirsi presso l’Ospedale partigiano di Circhina (Slovenia), la coppia di medici sceglie di rimanere nella zona del Collio per aiutare anche la popolazione civile.

Sulla morte di «Paolo» esistono due differenti versioni: una riporta che fu ucciso durante un rastrellamento nazista, l’altra, invece, attribuisce la responsabilità alla X Flottiglia Mas che lo fucilò assieme ad altri partigiani, dopo averlo torturato.

La salma, dopo la Liberazione, è stata tumulata a Gemona del Friuli.