Orazione di Nadia Mazzer dell’8 marzo a Udine


8 marzo 2025 Udine – Monumento alle Partigiane

Buongiorno a tutte e a tutti.  Sono Nadia Mazzer del gruppo scuola dell’Anpi di Udine e quest’anno tocca a me tenere una breve orazione accanto a questo monumento che ricorda tutte le partigiane.

È 8 marzo 2025, Festa della Donna. A 80 anni di distanza dall’8 marzo 1945 in cui già c’era il sentore dell’imminente Liberazione.

Ma molte donne avrebbero dovuto lottare ancora perché quel 25 aprile arrivasse.

Ogni volta che passo di qui, mi vengono in mente le parole di Foscolo, il poeta, quando, nei “Sepolcri” rivendica la necessità di un segno che ricordi ai vivi chi è morto.

Dice così. “… e serbi un sasso il nome, e di fiori odorata arbore amica le ceneri di molli ombre consoli.”

Ora noi qui abbiamo proprio il sasso e l’albero.

L’albero ci ricorda il tempo ciclico delle stagioni che si rinnovano; il sasso, fermo, immobile, ci ricorda la cesura della morte nel temo storico, lineare, in cui viviamo.

Segni forti, che sono qui per rimanere, come deve rimanere nei nostri cuori e nelle nostre menti la memoria di tutte le donne che, durante la Resistenza, hanno lottato perché fossimo, tutte e tutti, liberi dalla violenza, dalla fame, dalla paura; perché avessimo, tutte e tutti, la possibilità di costruire una vita degna di essere vissuta.

A “Gianna”, “Giulia”(nomi di battaglia) e Niva fra poco porteremo un fiore, perché sono qui,  vicino a noi, ma con loro vogliamo ricordare con affetto e riconoscenza anche Maria, Teresa, Claudina, Palmira, Elda, Norma, Felicita, Jole, Silvana, Olivia, Cecilia, Virginia…e tutte le altre, anche quelle che sono rimaste senza nome, le contadine della pianura che , magari per una volta sola, hanno aperto la porta ad un partigiano e lo hanno nascosto, le ragazze della montagna, che con le loro gerle hanno portato su viveri per i combattenti, le operaie che hanno fatto circolare di nascosto un volantino di protesta…fino alle donne che hanno sacrificato le lenzuola del loro, spesso povero, corredo per cucire le prime bandiere della PACE, valore supremo che vediamo ora minacciato ogni giorno di più, come se la guerra fosse l’unico modo per dirimere le controversie tra gli Stati, in barba alla nostra Costituzione, uscita dalla Resistenza, che dice proprio il contrario!

Ogni tesserina di questo mosaico le rappresenta, tante tesserine, tanti colori diversi che, armoniosamente uniti tra loro secondo il disegno della compianta Isabella Deganis, formano la figura di una donna e di una bicicletta: una staffetta, ruolo prezioso, compito che serve a mettere in collegamento, ad unire, ad informare, a far conoscere…

È quello che vogliamo noi, della prima generazione nata nell’immediato dopoguerra, che ci avviciniamo all’ultima parte della nostra esistenza. Vogliamo passare il testimone alle ragazze che sono giovani adesso, perché non dimentichino e con grinta e coraggio custodiscano i valori ed i diritti per i quali le nostre madri hanno combattuto e sono morte, perché possano fiorire come queste mimose e questi garofani rossi che noi lasciamo qui.