I medici durante la Resistenza nella regione Friuli


Mario Tavasani, medico condotto a Cormons, curava i feriti partigiani del Battaglione “Mazzini” e del Briski Beneski Odred. Catturato dalla polizia tedesca mentre rientrava da una visita, morì a Mittelbau Dora nel febbraio 1945.

Manlio Fruch di moggio udinese, medico condotto a Pulfero e medico dei partigiani. Arrestato nel gennaio ’44, morì a Dachau liberata il 1 maggio 1945 di tifo petecchiale.

Tita Colautti, medico a Moruzzo. Richiamato alle armi, l’8 settembre si ritrova come medico militare in Grecia e aderisce all’ELAS (la Resistenza greca). Muore il 28 novembre 1943 in una imboscata tedesca.

Anto Zilli di Fontanafredda, studente di medicina al quinto anno, partigiano col nome di “Guido”. L’antivigilia del Natale 1943, su delazione, è arrestato da repubblichini che gli dissero “Vai!”, per poi ucciderlo alle spalle.

Franco Celledoni di Faedis. Dopo l’8 settembre, aderì all’Osoppo e in qualità di studente del 6° anno di medicina, nella zona libera de l Friuli orientale, fu attivo nell’ospedaletto partigiano di Forame di Attimis”. Dopo la caduta della Zona libera, fu vittima innocente in uno degli episodi più bui della Resistenza, “la strage di Porzǔs”.

Saverio Perrini di Putignano, Bari. Durante la guerra era medico nell’Ospedale militare di Udine e l’8 settembre passa con i partigiani della Natisone, con il nome di battaglia di “Libertà”, diventando medico delle prime tre brigate, seguendoli poi nel loro passaggio in Slovenia. Muore in un attacco tedesco la notte tra il 31 marzo e il 1° aprile 1945.

Sigismondo Osser, ebreo di Varsavia, laureato in medicina a Padova, dopo le leggi razziali non poté più esercitare la professione. Su consiglio del dott. Pietro Caracci, dentista di Udine e collaboratore della Resistenza, fu avviato dalla Federazione del Pci nel Collio, dove organizzò il servizio sanitario per i partigiani, con buoni risultati, tanto che il IX Korpus tentò di arruolarlo nell’ospedale di Franja, ma lui non accettò. Il 2 marzo 1945 fu ucciso da una pattuglia tedesca in rastrellamento.

Enzo Zanini di Villanova di San Daniele, figli di contadini, riuscì a laurearsi con l’aiuto del parroco frequentando il Collegio Borromeo di Pavia. Divenne medico condotto di Forgaria. Dopo l’8 settembre, non aderì ufficialmente alla resistenza, ma i partigiani si rivolgevano sempre a lui, perché sapevano che potevano fidarsi. Il 13 aprile 1945 fu ucciso dai cosacchi.

Marco Meneghini, di Poiana Maggiore (VI), primario medico e direttore sanitario dell’Ospedale civile di Sacile, fu fucilato, con l’accusa di “medico partigiano”, a Sacile il 16 aprile 1945.

A cura di Flavio Fabbroni

Fonte: LINO ARGENTON, I medici durante la Resistenza nella regione Friuli, in “Storia contemporanea in Friuli” n. 21, 1990.