Porto il saluto dell’ANPI Provinciale di Udine con alcune brevi considerazioni. Oggi siamo qui a ricordare due uomini che sono stati uccisi mentre cercavano di riscattare il Paese dalla barbarie culturale e politica del Fascismo. Faremmo loro torto se ci limitassimo a ricordare le loro persone senza riferirci all’oggi, allo stato di realizzazione degli ideali di giustizia, libertà ed indipendenza nazionale per cui hanno combattuto e che hanno trovato poi forma nella nostra Costituzione.Si assiste ad un susseguirsi sempre più incalzante, a livello locale e nazionale, di fatti ed affermazioni in campo politico, ed atteggiamenti culturali nella società che vanno considerati seriamente. Il riproporsi di posizioni antieuropee in connivenza con regimi e forze politiche illiberali di altri Paesi,il clima di continua sfida ai principi costituzionali in politica, i tentativi di censura esercitati da ruoli istituzionali nei confronti della cultura, della scuola e di manifestazioni ispirate a principi universali di giustizia ed umanità,non possono lasciarci indifferenti, al di là delle appartenenze politiche.Come non può lasciarci indifferenti il labaro della decima Mas nelle cerimonie ufficiali, alla presenza delle istituzioni, in almeno due occasioni quest’anno: a Gorizia ed a Trieste; istituzioni che hanno il loro fondamento giuridico e traggono autorità dalla Costituzione italiana esplicitamente antifascista. Sono segnali di una deriva che porta lontano dalla cultura civile e politica nata in Europa, con il grande contributo del nostro Paese, nella fase della sua ricostruzione morale ed istituzionale dopo la fine del fascismo. C’è il tentativo, in Italia e non solo, di messa in liquidazione del pensiero politico che, pur tra errori ed esitazioni, ha prodotto nella seconda metà del 900 benessere economico e progresso sociale indiscutibili, anche se non sempre di pari passo con la giustizia sociale e con la democrazia partecipativa da cui non possono essere scissi. E non lo erano nel progetto Europeo dei padri fondatori, che vedevano nella democrazia, nella giustizia sociale e nell’indipendenza nazionale l’antidoto alle dittature del ‘900.E’ un momento difficile, come tutti sappiamo, ed è richiesto uno sforzo a tutti gli uomini e le donne che sentono la responsabilità di dover dare sostanza a questa democrazia, in nome della comune cittadinanza e coscienza civile, della indispensabile unità antifascista; al di là delle appartenenze di partito; al di là di opportunismi di breve respiro, di interessi di parte pericolosi soprattutto in contesti di ignoranza della Storia, di svilimento della cultura politica e della sua pratica.
Ciò, prima che i semi riattivati del fascismo strisciante e del nazionalismo antieuropeo, come ha detto lo storico prof. Pupo recentemente, erodano le conquiste democratiche di tutti, e conducano a situazioni critiche difficilmente reversibili se non con un alto prezzo per la società civile, nel Paese ed in Europa, rendendo inutile il sacrificio dei due partigiani che oggi commemoriamo, ed il nostro ricordo di loro solo retorico.
Adriano Bertolini Vice Presidente dell’ANPI Provinciale di Udine
Morena di Reana del Rojale, 15 agosto 2019