Antifascisti adesso…perchè non è ancora finita di Gianfranco Pagliarulo, Mimesis
recensione a cura di Carlo Baldassi , comitato direttivo Anpi “Città di Udine”
Cosa significa nel 2023 dichiararsi antifascisti e difendere i valori di fondo della nostra Costituzione? E’ questa la domanda a cui il presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo intende dare una risposta efficace. Per decenni l’antifascismo in Europa è stato una sorta di ‘religione civile’ che – all’interno di vasti schieramenti politici e sindacali – ha alimentato le coscienze e le lotte di larghi settori popolari. Purtroppo in Italia dai governi Berlusconi in poi è venuta avanzando una mediocre ‘contronarrazione’ storica, culturale ed economica operata da forze liberali, conservatrici e neofasciste desiderose di ‘rivincita’ sullo spirito del 25 aprile 1945, sull’antiautoritarismo (il ‘68’) e più in generale sulle forze riformatrici. Emergono ‘..in un cocktail esplosivo cesarismo politico,..razzismo e discriminazioni, …autoritarismo,..rifiuto della razionalità ..ed elementi propri del fascismo e nazismo’. (pag.34 sgg). In particolare in Italia esiste una galassia che – oltre ad esponenti storici del neofascismo missino – comprende Casa Pound, Forza Nuova, Lealtà Azione, Casaggì ecc, una galassia che mantiene collegamenti diretti con esponenti di Fratelli d’Italia oltre che con movimenti similnazisti europei (v.inchiesta di Fanpage 2021; e C.Vercelli: Neofascismo in grigio). Queste formazioni vengono alimentate anche da un variegato sottobosco: gruppi di ipertatuati picchiatori negli stadi, acefali no vax, partecipanti ai raduni nostalgici della RSI, fans di Trump e di Orban ecc. Anche se oggi risultano improponibili modelli reazionari e militaristi come quelli fascisti europei degli anni ’30, la destra del capitalismo si alimenta delle contraddizioni sociali della globalizzazione sgovernata e delle pulsioni verso una pericolosa ‘postdemocrazia’ (C.Crouch).
Ma chi sono oggi le destre e i ‘nuovi fascisti’ che dobbiamo affrontare in Italia? Dopo aver ricordato alcune caratteristiche specifiche del regime mussoliniano, Pagliarulo richiama la storia del MSI ‘nostalgico’ ma non di rado vicino a gruppi e personaggi eversivi protetti da settori deviati dello Stato e da forze internazionali. E si arriva a Fratelli d’Italia, cresciuta rapidamente assorbendo gli alleati ed oggi guida del governo grazie ad una pessima legge elettorale (rosatellum) voluta da Renzi. Mescolando vecchi fattori identitari e nuovi timori sociali, il partito di Meloni, La Russa ecc. ha costruito un’ambigua narrazione politica condita da una visione istituzionale confusa e rischiosa (ad es. quale presidenzialismo?). ‘Lasciar fare al manovratore’ – occupando tutte le posizioni pubbliche di rilievo – è una intenzione assai lontana dallo spirito di responsabilità diffusa che anima la Costituzione. Anche in economia e fiscalità l’indirizzo è di parte o pasticciato (ad es. la Flat Tax bocciata anche da Bankitalia). E sbandierare scaltramente concetti come ‘merito’ (staccato dalla sua necessaria connotazione sociale) o la triade ‘Dio, Patria e Famiglia’ usata in senso populista (povero Mazzini!) fa riemergere un orizzonte vecchio e fazioso. Sinora questa destra – in parte ex putiniana- si è allineata frettolosamente alle posizioni internazionali su Ucraina e Nato (meno su UE) ma i nodi interni verranno presto al pettine. Senza gridare ‘al fascismo alle porte’ il centrosinistra ‘largo’ (metà del Paese) deve condurre una vasta battaglia culturale e con proposte concrete capace di recuperare in tempi non lontani un clima progressista.
A questo obiettivo anche l’Anpi – con il prestigio che le viene riconosciuto – deve partecipare e Pagliarulo sottolinea alcuni punti: no all’antipolitica e si allo spirito critico informato, antifascismo attivo contro la riscrittura della storia e valorizzazione quotidiana della Costituzione, relazioni internazionali di pace e cooperazione tra i popoli.