A Udine: presentazione IMMATURI, SLEALI, VIOLENTI Immagini e linguaggi dell’antislavismo fascista (1919-1937)


Chi e cosa furono i serbi, i croati e gli sloveni per il fascismo? Attraverso un’ampia ricerca condotta sugli organi di stampa e sulla pubblicistica italiana dell’epoca tra le due guerre mondiali, lo storico friulano Tommaso Chiarandini ha indagato l’argomento. Dai risultati della sua analisi è nato il volume “Immaturi, sIeali, violenti. Immagini e linguaggi dell’antislavismo fascista (1919-1937)”, pubblicato da Pacini Editore, che sarà presentato mercoledì 19 febbraio, con inizio alle 18.00, nella sede della CGIL di Udine (in via Bassi, 36). L’incontro, proposto dall’ANPI sezione Città di Udine “Fidalma Garosi Lizzero – Gianna” insieme alla sezione ANPI CGIL “Severino Cavedoni” e in collaborazione con la CGIL locale, è con ingresso libero.

«In queste settimane molte iniziative hanno riguardato il Giorno del Ricordo dando risalto alle vittime delle foibe e all’esodo delle genti istriane, fiumane e dalmate; poco o niente si è parlato della “più complessa vicenda del confine orientale” cui fa esplicito riferimento la legge 30 marzo 2004, n. 92 che istituiva questa commemorazione civile nazionale. Con la presentazione del saggio di Tommaso Chiarandini, l’ANPI vuole contestualizzare la storia che portò a quelle tragedie indagando i contenuti e le modalità di diffusione del “fascismo di confine” che, con le politiche di snazionalizzazione di Mussolini, assunse vere e proprie tinte di un “razzismo di frontiera”», afferma Antonella Lestani, presidente provinciale Anpi Udine.

Serbi, croati, e sloveni furono oppressori violenti e crudeli a servizio degli Asburgo e nemici degli italiani dal Risorgimento alla Grande Guerra? Contadini rozzi e ignoranti, o lavoratori ingenui, tenaci e disciplinati facilmente trasformabili in italiani? Oppure subdoli cospiratori antifascisti? Dialogando con Emiliano Giareghi, segretario generale di CGIL Udine, Chiarandini spiegherà come il fascismo vide, definì e rappresentò gli slavi del sud. Lo studioso andrà alla radice dell’antislavismo fascista e metterà in luce come pregiudizi e stereotipi si siano evoluti nel corso degli anni propagandosi dal contesto giuliano all’intera Penisola italiana.

L’AUTORE

Tommaso Chiarandini è un insegnante e storico friulano. Ha compiuto i suoi studi presso l’Università di Trieste, conseguendo poi il dottorato di ricerca in Storia dell’Europa dal Medioevo all’Età contemporanea all’Università degli studi di Teramo. Dopo una collaborazione con l’istituto “Livio Saranz” che lo ha portato a lavorare sulla storia orale e sulla storia del lavoro, è passato a occuparsi di public history, storytelling e digital humanities. Collabora con vari enti scolastici e museali del Friuli Venezia Giulia. Tra le sue pubblicazioni, “Lo chiamavano Tabogàn. Storia orale della fabbrica Italcementi di Cividale” (Maqom Hazè, 2013).