A Udine: presentazione del volume “La X MAS al Confine Orientale”


Giovedì 16 Gennaio 2020 alle ore 18.45 presso la Sala Eventi della Caserma Osoppo in Via Brigata Re, 29 a Udine verrà presentato  al pubblico il nuovo libro di Luciano Patat, “La X MAS al Confine Orientale”

Oltre all’autore, Luciano Patat, interverranno la Presidente della sezione Anpi “Città di Udine” Antonella Lestani  e il segretario del Centro Gasparini, Dario Mattiussi. Il duo “NO Bel”, Bruno Lasca alle tastiere e Dario Pacor, chitarra e voce, proporrà un percorso musicale sui temi affrontati mentre Lucia Toros leggerà alcune testimonianze.

La X MAS al Confine Orientale.

Il nuovo volume del Centro Gasparini, il numero 83 della collana editoriale dell’istituto si intitola “La X Mas al confine orientale” ed è stato scritto da Luciano Patat. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo dei comuni di Gradisca e Ronchi, dell’Anpi regionale e della Fondazione Valmi Puntin.

L’autore ricostruisce la presenza della X Mas nelle nostre zone attraverso i documenti della Repubblica sociale italiana e quelli degli occupanti tedeschi, conservati negli archivi di stato e in quelli della marina e dell’esercito. Documenti integrati dalle sentenze dei processi celebrati nel dopoguerra. E’ un libro importante perché anche nel caso delle azioni della X Mas così come per altre pagine del nostro Novecento, una memoria parziale, legata al nazionalismo italiano, l’ideologia dominante tra gli effettivi di questa formazione militare, ha preso il posto che spetterebbe alla ricostruzione storica. Documenti fascisti e nazisti  rivelano che i militi che arrivano al Confine Orientale non sono i guastatori addestrati a compiere colpi di mano nei porti nemici che avevano suscitato l’ammirazione degli alleati come dei tedeschi. Sono invece volontari arrivati spesso da reparti della RSI da cui hanno disertato, attratti da una paga molto superiore e da una serie di privilegi concordati direttamente con i tedeschi dal principe Borghese. Militarmente impreparati al confronto con le truppe alleate finiscono con il venire utilizzati in funzione antipartigiana  rendendosi colpevoli  di crimini efferati contro i partigiani e la popolazione civile anche nel pordenonese e nel trevigiano. Nel nostro territorio  sono paradossalmente i tedeschi a frenarne la violenza per calcolo politico ma ugualmente si lasciano alle spalle una lunga serie di ruberie e violenze gratuite soprattutto ai danni della popolazione di lingua slovena. Nella lotta contro le formazioni partigiane evidenziano la propria insufficiente preparazione militare e vengono duramente sconfitti. Politicamente scomoda per il costante conflitto con i collaborazionisti sloveni e militarmente inadeguata, la milizia privata del principe Borghese viene presto allontanata dal Litorale Adriatico dalle stesse autorità tedesche. Rimangono i “peggiori”, i torturatori e gli assassini di Palmanova e altre piccole bande a cui si affidano i compiti più “sporchi”. I processi del dopoguerra vedono gli imputati, quasi tutti riconosciuti colpevoli di omicidi e torture, scontare realmente solo pochi anni di carcere. Il lavoro di Luciano Patat ha quindi anche il significato di un riconoscimento morale, parziale quanto tardivo, alle vittime e ai loro famigliari ma soprattutto è un libro che vuole costringere a riflettere e contribuire ad impedire che una pagina di storia dolorosa venga nascosta o falsificata.