Porzûs


All’alba del 7 febbraio ’45 un centinaio di gappisti dei battaglioni “Ardito” e “Giotto” comandati da Mario Toffanin “Giacca” salirono alle malghe di Topli Uork ( poi chiamate di PorzÛs dal paese del loro proprietario), sede di quanto era rimasto della brigata osovana comandata da Francesco De Gregori “Bolla” e da Gastone Valente “Enea”, dopo l’offensiva tedesca che aveva distrutto la Zona libera del Friuli orientale presidiata dalle tre brigate della divisione unificata Garibaldi Osoppo “Natisone”.

Davanti alle baite i gappisti, che si fingevano sbandati, arrestarono e uccisero “Bolla” ed “Enea”, un giovane osovano (Giovanni Comin “Gruaro”) che aveva tentato la fuga, ed Elda Turchetti, una giovane che, denunciata come spia da Radio Londra, si era presentata per giustificarsi al GAP di Siacco e da lì, del dicembre del ’44, era stata inviata a Porzûs. Aldo Bricco “Centina”, il nuovo comandante appena giunto per sostituire “Bolla”, destinato ad altro incarico, riuscì, pur ferito, a salvarsi gettandosi da un dirupo.

Gli altri quindici osovani  furono condotti presso la base dei gappisti situata in bosco Romagno, tra Corno di Rosazzo e Prepotto, e nei giorni seguenti, tra il 9 e il 18 febbraio, sommariamente processati e uccisi, tranne due che vennero risparmiati, forse perché accettarono di collaborare.

Il fatto, in sè gravissimo, causò processi e polemiche nel dopoguerra ed ebbe effetti estremamente dannosi per l’immagine della Resistenza garibaldina, del partito comunista italiano e della stessa Resistenza slovena.