Mandi Gastone Andrian, il partigiano Roger


Ci ha lasciati Gastone Andrian, partigiano garibaldino, nome di battaglia “Roger”, è stato Sindaco di Aquileia dal 1956, per quasi 20 anni, nonchè Consigliere regionale  del PCI della Regione Friuli Venezia Giulia e dirigente regionale della Lega delle Cooperative.

Ad Aquileia, nella Bassa Friulana e nella Regione Friuli VG molte persone hanno avuto modo di conoscere Gastone Andrian, specie coloro che hanno condiviso con lui le lotte nella Resistenza, nel mondo della cooperazione e da sempre nella politica.Iniziò presto il suo lungo impegno nella pubblica amministrazione, essendo stato dal 1956 fino al 1975 sindaco di Aquileia, proseguendo dal 1983 al 1988 nel ruolo di Consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia per il PCI. Allo scioglimento del PCI Gastone approdò a Rifondazione comunista, per poi diventare segretario provinciale dei Comunisti Italiani.

La sua morte rappresenta una perdita preziosa per tante persone che lo hanno conosciuto, appartenenti a più di una generazione, partendo dal 1940, quando Gastone giovanissimo già lavorava.Gastone, grazie allo zio Ottavio che vendeva quadri, aveva già una esperienza che lo aveva portato a 4-5 anni a Ostia e a Roma (ricordava di aver giocato a pallone vicino al Colosseo). A 10 anni inizia l’attività di garzone nella bottega di barbiere che si trovava sotto i portici di via Roma, nell’edificio popolarmente definito “Vaticano”, accanto al Municipio di Aquileia.In pieno periodo fascista, già viveva situazioni impegnative, come tiene a ricordare alle delegazioni dell’ANPI di Aquileia, durante le visite che periodicamente venivano fatte a Gastone. Si alternavano sempre considerazioni sui fatti politici d’attualità con riflessioni su aneddoti della sua ricca storia personale. Tra questi il racconto di quando da giovanissimo barbiere viene convocato dal segretario del fascio di Aquileia, Comelli, il quale gli contestò che nella barberia si faceva politica e intimandogli di smettere. Un luogo di lavoro, la bottega di barbiere, dove passavano tante persone, contadini, operai, artigiani e Gastone ascoltava i discorsi politici, soprattutto degli antifascisti, imparando subito cosa fosse soccorso rosso o lotta clandestina al fascismo di Mussolini portata avanti dai militanti del partito comunista di Aquileia, di cui diventava ben presto dirigente, prima dei giovani comunisti – la FGCI – e poi del PCI (la prima cellula clandestina fu costituita, su sollecitazione di Giordano Fratta, nell’Isola di Morgo, nella Laguna di Grado, subito dopo la foce del fiume Natissa, con Segretario politico Gastone, amministratore Ottone Rigonat e organizzatore Aladino Scuz).Al segretario del fascio di Aquileia Gastone spiegava che nella barberia si discutevano dei problemi della gente di Aquileia, di come stavano i contadini, delle condizioni di vita e sociale degli aquileiesi.

E’ il giorno 9 settembre 1943, a 19 anni, quando ruba la bicicletta nuova appena comperata dal padre (fatto che procurò molto dispiacere in famiglia) e prende la via di Selz, da Ronchi dei Legionari, per andare con altri giovani di Aquileia, Terzo, Cervignano a Villa Montevecchi, sul carso sloveno, assieme agli operai partigiani partiti dai cantieri di Monfalcone dove combatte la battaglia di Gorizia con i partigiani sloveni. Nelle formazioni Garibaldine sceglie, come nome di copertura, “Roger”.Gastone opera con i reparti della Garibaldi Natisone nell’area dei Colli Orientali e, dopo l’assedio dei nazisti a Faedis, Attimis e Nimis, attraversa con i suoi compagni l’Isonzo e si sposta nella zona operativa slovena del IX Corpus.Conclude la sua esperienza nella resistenza da commissario politico della “Triestina”, mentre la formazione assieme ai vari reparti partigiani sfila a Trieste liberata, nella primavera 1945. Ogni volta che compagni dell’ANPI andavano a trovarlo, da quando negli ultimi anni non usciva più di casa, e riannodavano con lui le varie fasi storiche dell’Aquileia contemporanea che lo hanno visto protagonista, si sentivano sempre dire: “a distanza di tanto tempo qualche nome ho dimenticato, ma è tutto scritto lì nel libro” (quella copia di pubblicazioni del 2004 sostenute dalla Coop consumatori Nord Est, nella collana Comunità e identità dai titoli: Memorie di un protagonista della Bassa Friulana vol. I e Volti, strumenti e documenti di una memoria vol. II.).

Pur avendo letto i suoi due libri c’erano sempre particolari da approfondire, cose conosciute ma non del tutto, anche di carattere più personale come ad esempio chi aveva curato le gravi ferite da lui riportate alla gamba nella battaglia di Gorizia, dove Gastone era inquadrato con la Brigata proletaria nel settembre 1943? Oppure quando aveva scoperto che il primo sindaco di Aquileia dopo la liberazione dal nazi-fascismo, Luigi Bertogna, partigiano della Osoppo, indicato dal CLN di Aquileia, era membro della organizzazione segreta anticomunista Gladio?Non era vero che era scritto tutto nei due volumi, c’era molto altro. Nei verbali della sezione del partito comunista italiano di Aquileia, custoditi nella Casa del popolo, in fase di riordino in vista del centenario della scissione di Livorno del 2021, si trova moltissimo del suo impegno di democratico e comunista (le lotte per il riscatto delle masse popolari della bassa friulana, nell’agricoltura, contro il latifondismo, per il superamento della mezzadria e migliori condizioni di vita per i braccianti, nell’edilizia durante il boom economico e il tentativo sincero di dare lavoro con la CAL e con la Cooperativa Agricola nell’immediato dopoguerra).

Si trova molto del suo impegno di sindaco di Aquileia:
a) per dare una casa decorosa agli aquileiesi, nel piano per l’edilizia economico e popolare, da decenni soggiogati dai vincoli archeologici;

b) per ottenere provvedimenti legislativi che affrontassero seriamente la tutela e la valorizzazione del centro storico, monumentale, archeologico di Aquileia, ottenendo prima la legge nazionale nel 1967 (n. 121/1967) e poi riuscendo a far passare in Regione la “sua” legge per Aquileia nel 1988 (LR 47/1988);

c) per fare del comune di Aquileia una casa di vetro, ricercando e favorendo la massima partecipazione dei cittadini. Quante assemblee popolari e pubbliche nelle frazioni che ricalcavano un po’ le cellule del PCI (a Belvedere, nel paludo Quarta Partita, a Muson, a Beligna, nel capoluogo di Aquileia, in Capitolo, nel bar della Ursula alle Porte – Foro Romano, a Villa Raspa – San Zili, a Monastero) per discutere di bilancio, di tasse di famiglia e di commissione per controllare l’imposta, di colonie climatiche, di scuola a tempo pieno con il trasporto scolastico e la mensa, di libri gratis, di scuola d’infanzia, di medicina preventiva per combattere i reumatismi e primi interventi del dentista, di sport, di fognature, di punti luce, di Piano regolatore generale, di piano insediamento attività produttive, di collaborazione con i Comuni di Terzo e di Fiumicello, della 7^ zona socioeconomica della bassa friulana, di sanità, di collaborazione con Grado e di difesa della Laguna, dei vari consorzi intercomunali (tecnico, dell’ostetrica, del veterinario, dei rifiuti solidi urbani), di Stalla sociale.

d) dei numerosi incontri, prestigiosi e importanti, che Gastone da sindaco ha avuto e che Aquileia ha ospitato (tra i quali oltre a Enrico Berlinguer, Papa Paolo VI,il Presidente Aldo Moro, l’arcivescovo Pietro Cocolin in visita pastorale e Giuseppe Saragat, Presidente della Repubblica).

Chi lo ha conosciuto sa della sua ossessione di pulire bene la Lambretta e poi le prime autovetture (la Fiat 600 e la Simca 1000), che lo portavano a Terzo per il lavoro in Cooperativa. Se salivi con lui nella sua macchina per andare in montagna o altrove, come talvolta accadeva, non sapevi come muoverti per il timore di graffiare o di rovinare sedili e tappezzeria.Molti giovani hanno subìto la sua influenza, si confrontavano con lui, specialmente nel periodo delle lotte per la liberazione dall’imperialismo americano nel Vietnam, nella buia fase della strategia della tensione e degli opposti estremismi che ha vissuto l’Italia dopo il 1968. Nel 1964, alla morte di Togliatti, diversi giovani si iscrissero alla FCGI e subito dopo al PCI. Così già nel 1970 ci fu un innesto importante di giovani alla guida del PCI di Aquileia, diversi dei quali eletti in Consiglio comunale. Sentendo Gastone e gli altri compagni della sua generazione e di quelle precedenti, emergeva la dura vita dei partigiani in montagna, nel freddo, nella fame, mal vestiti, mal armati, col rischio di perdere la vita ad ogni scontro con i repubblichini fascisti o con i nazisti o con gli Ustascia; veniva fuori il senso di disciplina, di rigore, di responsabilità che così giovani questi ragazzi partigiani dovevano avere e la cui esperienza l’hanno poi trasportata nell’impegno civile. Una generazione che ha segnato l’inizio della Repubblica. A differenza di altri compagni, morti o dispersi, Gastone ha avuto la fortuna di ritornare a casa ed ha potuto concentrare il suo impegno nella costruzione di una Repubblica democratica, antifascista, libera, nella pace. Gastone partecipava regolarmente alle settimanali riunioni del Comitato direttivo della Sezione del PCI, a quelle del Comitato Federale e regionale del PCI fino al 1988.Poi venne la Bolognina, con la scelta di Occhetto di cambiare nome al PCI, e molte strade personali si divisero. Chi nel PDS, chi in Rifondazione comunista, chi nei Comunisti italiani, come lui, e via via fino al disorientamento del 4 marzo 2018, con il crollo della sinistra.

L’amarezza pian piano ha preso corpo e lui, un po’ di luce, la rivedeva quando ricordava la visita ad Aquileia di Enrico Berlinguer, quando fu chiesto e ottenuto il sostegno del PCI nazionale per acquistare il terreno su cui costruire la Casa del popolo, iniziando così ad Aquileia 15 anni di gran lavoro di tanti compagni volontari, sotto la guida sua, di Giovanni Donda, di Peppino Cossar e tanti altri che suscitarono l’impegno di centinaia dimilitanti comunisti e simpatizzanti di tutte le generazioni.Ad ogni rinnovo elettorale del sindaco di Aquileia, negli ultimi tempi, si chiedeva: cosa succede, cosa si fa? Era lucido ed esprimeva la voglia del combattente, anche dopo i 90 anni.Di Gastone si potrebbero raccontare tanti aneddoti, scoprire momenti positivi e negativi anche ascoltando le interviste nel DVD con i partigiani Argante (Bruno Violin) e Arco (Gino Furlan), che sono state consegnate ai giovani nelle scuole.Nei due libri di Gastone c’è una storia intensa ed esemplare di un uomo di popolo, autodidatta, che ha dedicato la sua vita per gli ideali di uguaglianza, di libertà, di giustizia, di democrazia e di pace.

Informazioni e foto tratte da www.aquileiainrete.org