Mandi a Diego Perabò “Attila”


Anarchico in spirito comunista di fatto, se ne va uno degli ultimi volti della Resistenza a Faedis.

Se ne va con Diego Perabò uno degli ultimi volti della Resistenza a Faedis. Personaggio amato e senza “macchie”. Tutta la comunità si stringe attorno a questa immensa perdita.

Ecco una biografia sintetica a cura dell’Anpi di Faedis di Attila, Diego Perabò, combattente nella guerra di Liberazione, classe 1925.

Nessuna attitudine al comando recita la nota caratteristica del foglio matricolare del regio esercito italiano del 1943. Nessuna attitudine alla obbedienza è quello che palesa tutta la sua biografia fin da ragazzino.

In sintesi per punti  a successione cronologica:

nato nel paese di  Raschiacco di Faedis il 10/11/1925 da madre cattolica e padre socialista . L’ambiente cattolico è quello dominante nelle campagne, quello socialista viene dalla frequentazione dei cavatori e scalpellini delle cave di Torreano di Cividale

scuole elementari cominciate a Faedis e finite a Cividale del Friuli ad 11 km dal paese in quanto fu espulso per ribellione alla maestra : gli tolse di mano la bacchetta e la spezzò ritenendo ingiusta una punizione inflittagli . Prosegue gli studi imparando il disegno tecnico in una scuola professionale a Cividale. Come ogni ragazzo di questo luogo e di quella età lavora nei campi e si ingegna in altri mestieri tra i quali quello del fabbro e del falegname.

Dopo l’ armistizio del ‘43 avvicinato da elementi liberali del partito di azione si unisce al primo sparuto gruppo di ribelli della zona. A Grions del Torre ( Remanzacco UD ) , protetti da  “pre Gjuan”  in contatto con il  CLN alta italia , si stampa clandestinamente  propaganda antifascista e antitedesca e si compiono azioni di propaganda e di guerriglia .

Quando in zona le formazioni patriottiche avranno preso consistenza  aderirà al battaglione Mameli  della 158 Brigata Gramsci comandato da “Boris” e “Stanko”  in seno alla Divisione Garibaldi Natisone. In tutti questi anni nessuno ha riportato episodi sgradevoli o dubbi sul suo operato, si sa che rifiutò incarichi di comando, che partecipò alla sfilata della liberazione di Lubiana. 

Nel 1947 si trova a prestare il servizio di leva nel corpo degli alpini 8° Bgt. Alpini in Belluno poi in Friuli nella zona del Collio in funzione di guardaconfini in supplenza ai corpi della Finanza. Qui racconta che tutto il suo gruppo di comune accordo lasciava che si svolgesse ogni tipo di commercio , passaggio e lavoro, così come era stato prima della guerra , unico dazio era il vino e cibo per integrare la mensa dell’ esercito.

Nel 1948 in libera uscita al suo paese ma con indosso  la  divisa come si doveva allora , ha la esigenza di cantare in sagra il canto “bandiera rossa” , i carabinieri in ordine pubblico , suoi superiori di grado gli intimano di smettere. Al suo rifiuto segue un “eccesso di difesa”  compiendo così in un tempo  oltraggio a pubblico ufficiale punito secondo il codice civile  e disobbedienza punita secondo i codici militari. Seguiranno  arresto immediato e processi  che lo obbligheranno dal 2/02/1948 a due anni di carcere militare tra Peschiera del Garda e Gaeta. In carcere impara il mestiere di tipografo e rinforza la fede Comunista. Scopre a Gaeta di essere coinquilino di Kappler , che abitava i piani nobili in un appartamento privato con molti confort riservati agli ufficiali , quali la possibilità di fruire di una biblioteca e di “servizi in camera”, ha modo anche di leggere alcune carte del processo che rivelano una macchinazione per toglierlo dalla circolazione come testimone scomodo di fatti eversivi.   Rischia la fucilazione “preventiva”  nei giorni dell’ attentato a Togliatti . Prima dell’ uscita dal carcere 13/sett/1949 a Faedis 4 persone emigrano in Sudamerica per evitare un incontro imbarazzante.

Dal 1956 al 1960 è segretario del Partito comunista Sezione di Faedis e consigliere comunale sempre a Faedis. Siamo in piena guerra fredda è un momento in cui molti hanno paura di manifestarsi comunisti: l’ Unità era distribuita in maniera clandestina , così il mensile “Tempi Nuovi” .

Molti comunisti erano già emigrati , per chi non appartenesse alla frazione cattolico fascista non era facile trovare lavoro , per un ostracismo generalizzato verso chi aveva condotto la guerra partigiana, figurarsi per chi osa militare in prima persona. Anche Diego emigra, tardivamente, nella seconda ondata dal 1960- 1967 . In Svizzera lavora nella carpenteria in legno ,e colà si sposa con una compaesana Armida Cericco. Dal matrimonio nasceranno Roberto e Marino.

1967 , ritorno alla dura vita contadina in Friuli, estraneo alla gran fiera dei contributi cui avevano accesso gli iscritti della ”Coltivatori Diretti” ( Democrazia Cristiana) ; con  la Agrinova brevetta un suo  sistema per tendere le reti antigrandine che sarà usato in Francia per un decennio. Pratica la caccia , l’ allevamento e la produzione del il vino, innesta piante.

Ripresa della militanza in consiglio comunale col PCI dal 1975 –1980 ; espulso dal PCI  nel 1977 dal partito comunista perchè non in linea con una decisione “centraldemocratica”.

In allegato uno scatto del fotografo e reporter Danilo De Marco