La battaglia di Peternel


Il 20 maggio 1944 il generale Ludwig Kübler, comandante militare dell’Adriatisches Küstenland, ordina il rastrellamento del Collio, che è presidiato da circa 300 uomini dei due battaglioni garibaldini ‘Mazzini” e “Mameli” e del distaccamento sloveno del “Briski Beneski Odred”. Nella mattina del 22 maggio alcune migliaia di tedeschi, dopo aver circondato la zona, danno inizio all’attacco. I partigiani del battaglione “Mazzini” e quelli del “Briski Beneski Odred”, sfruttando la posizione dominante sulla sommità delle colline, riescono a respingere per diverse ore gli assalti nemici e ad arrecare forti perdite agli attaccanti, fra cui anche quella di alcuni ufficiali superiori tedeschi e del comandante delle operazioni di rastrellamento, caduti in una imboscata tesa da un reparto del battaglione “Mameli”.

Nel pomeriggio i partigiani, in difetto di munizioni, sono costretti a cedere ed il comandante Mario Fantini “Sasso”, in accordo con il comando del distaccamento sloveno, ordina ai reparti di porre fine ai combattimenti. 

Dopo lo sganciamento dei reparti partigiani, per due giorni i militari tedeschi sottopongono gli abitanti del Collio a feroci rappresaglie: vengono dati alle fiamme il paese di Slauce e molte case delle frazioni di Cursò, Nebola e Mulinut e decine di abitanti, soprattutto donne e anziani, vengono avviati alla deportazione.

Nel villaggio di Peternel i tedeschi rinchiudono nella locale osteria la gente del borgo, alcuni contadini della zona ed un partigiano garibaldino ferito e appiccano il fuoco allo stabile. Nel rogo vengono bruciate vive 22 persone, fra cui due bambine e una neonata.

Nel vicino paese di Cerovo i soldati tedeschi rastrellano gli abitanti: dopo averli riuniti al centro del borgo, dal gruppo dei civili vengono scelte 10 persone, 6 uomini e 4 donne, che vengono fucilati alla periferia del paese.