Il Proclama Alexander


Il 18 maggio 1944, Cassino era caduta nelle mani degli alleati; il 4 giugno Roma era liberata; il 12 agosto, fu la volta di Firenze: su questa evoluzione degli avvenimenti si era basata la grande illusione di quell’estate che aveva portato alla costituzione delle zone libere. Però il 6 giugno lo sbarco in Normandia e l’apertura di un fronte ritenuto fondamentale per il futuro assetto dell’Europa avevano cambiato le carte in tavola, specialmente per gli alleati americani che avevano sempre ritenuto, a differenza degli inglesi, il fronte italiano solo un diversivo per mezzo del quale occupare più truppe tedesche possibile, sottraendole ai fronti più importanti. Si aggiungeva anche una crescente diffidenza nei confronti dei partigiani tra i quali si temeva la predominanza comunista. Gli avvenimenti in Grecia, dove nell’ottobre ’44 gli inglesi erano sbarcati ed erano stati coinvolti in una guerra civile tra il governo monarchico di Papandreu e i partigiani dell’ELAS, suggeriva maggiori cautele nel sostegno della resistenza italiana.

Quando il 15 agosto scattò l’Operazione Anvil, la liberazione della Francia da sud, sette divisioni vennero spostate dall’Italia; e nel febbraio ’45 altre tre vennero spostate in Europa occidentale. Non solo, ma aiuti che erano stati pensati per i partigiani nelle zone libere furono dirottati ai maquis in Francia e, dopo la liberazione di quel paese, alla resistenza jugoslava; e infine a Varsavia, quando la città insorse (1 agosto 1944).

L’insieme di questi avvenimenti portò all’arresto dell’offensiva alleata lungo la linea Gotica, la linea difensiva tedesca che correva tra Rimini e Massa Carrara.

Una volta deciso di tagliare i rifornimenti alla resistenza italiana, ci voleva qualcuno che lo dicesse ai partigiani: ecco il proclama di Alexander del 13 novembre ’44:

Nel tardo pomeriggio del 13 novembre 1944, in una trasmissione della emittente “Italia combatte” (la stazione radio attraverso la quale il comando anglo-americano manteneva i contatti con le formazioni del C.L.N.), fu comunicato il seguente proclama, a nome del Comandante supremo dell’esercito alleato in Italia:

“Patrioti! La campagna estiva, iniziata l’11 maggio e condotta senza interruzione fin dopo lo sfondamento della linea gotica, è finita: inizia ora la campagna invernale. In relazione all’avanzata alleata, nel periodo trascorso, era richiesta una concomitante azione dei patrioti: ora le piogge e il fango non possono non rallentare l’avanzata alleata, e i patrioti devono cessare la loro attività precedente per prepararsi alla nuova fase di lotta e fronteggiare un nuovo nemico, l’inverno. Questo sarà molto duro per i patrioti, a causa della difficoltà di rifornimenti di viveri e di indumenti: le notti in cui si potrà volare saranno poche nel prossimo periodo, e ciò limiterà pure la possibilità di lanci; gli alleati però faranno il possibile per effettuare i rifornimenti.

In considerazione di quanto sopra esposto, il generale Alexander ordina le istruzioni ai patrioti come segue:

1. cessare le operazioni organizzate su larga scala;

2. conservare le munizioni ed i materiali e tenersi pronti a nuovi ordini;

3. attendere nuove istruzioni che verranno date a mezzo radio “Italia Combatte”  o con mezzi speciali o con manifestini. Sarà cosa saggia non esporsi in azioni arrischiate; la parola d’ordine è: stare in guardia, stare in difesa;

4. approfittare però ugualmente delle occasioni favorevoli per attaccare i tedeschi e i fascisti;

5. continuare nella raccolta delle notizie di carattere militare concernenti il nemico; studiarne le intenzioni, gli spostamenti, e comunicare tutto a chi di dovere;

6. le predette disposizioni possono venire annullate da ordini di azioni particolari;

7. poiché nuovi fattori potrebbero intervenire a mutare il corso della campagna invernale (spontanea ritirata tedesca per influenza di altri fronti), i patrioti siano preparati e pronti per la prossima  avanzata;

8. il generale Alexander prega i capi delle formazioni di portare ai propri uomini le sue congratulazioni e l’espressione della sua profonda stima per la collaborazione offerta alle truppe da lui comandate durante la scorsa campagna estiva”.