Il Distaccamento Garibaldi


Nel 1941 le armate tedesche avevano invaso la Jugoslavia. Come in tutti i territori occupati dai nazisti, anche in quel paese nacque la resistenza armata, che nella primavera del 1942 cominciò ad affacciarsi sul Friuli orientale, in quelle terre che i partigiani slavi definivano “litorale sloveno”. Il partito comunista italiano ritenne opportuno stabilire un contatto con quei partigiani in nome della comune lotta al nazismo e al fascismo, e aveva le carte in regola per farlo, data la ventennale comunanza nella clandestinità. Ci furono più incontri, tra l’ottobre del ’42 e la primavera dell’anno successivo; da parte italiana il partito era rappresentato da Mario Lizzero, un friulano che aveva conosciuto il Tribunale speciale e il carcere.

Da parte slovena c’erano i dirigenti della resistenza del cosiddetto “litorale nord”. Gli incontri portarono alle seguenti decisioni: la creazione di un reparto autonomo di partigiani italiani che a metà marzo del ’43 avrebbero dato vita al “distaccamento Garibaldi”, i primi partigiani della resistenza italiana; e inoltre l’organizzazione di una struttura di sostegno ai reparti sloveni con la fornitura di viveri e medicinali.

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