Giovanni Padoan “Vanni”


Nato a Cormons (Gorizia) il 25 giugno 1909, deceduto a Cormons il 31 dicembre 2007, consigliere nazionale dell’ANPI e presidente onorario del Comitato provinciale di Gorizia.

Aveva soltanto undici anni quando cominciò l’attività politica, diffondendo la stampa operaia nel suo paese natale. Quando, nel 1924, la sua famiglia emigrò a Lione, il giovane si diede a svolgere attività sindacale in terra di Francia.
Anche il rientro in Italia, per assolvere al servizio di leva, fu per Padoan l’occasione per riprendere l’attività antifascista. Arrestato nel luglio del 1934 e processato dal Tribunale speciale, fu condannato a sedici anni di prigione. Per il giovane antifascista cominciarono le peregrinazioni dal carcere di Fossano a quello di Saluzzo, a quello di Castelfranco Emilia, che lasciò nell’agosto del 1941, in seguito a vari provvedimenti di amnistia e condono, ma sempre rifiutando la grazia richiesta da sua madre.
Scarcerato, Giovanni Padoan riprese subito l’attività politica e, nel settembre 1943, fu tra i primi organizzatori del movimento partigiano. In ottobre divenne commissario politico (col nome di battaglia di “Vanni”) del battaglione “Mazzini” della Brigata Garibaldi “Friuli”. In seguito “Vanni” fu commissario della Divisione Garibaldi “Natisone” e vicecommissario del Raggruppamento Divisioni Garibaldi “Friuli”.

Nel dopoguerra ha ricoperto importanti incarichi nel movimento politico e democratico del Friuli. Dal 1950 al 1952 e dal 1956 al 1959, “Vanni” è stato costretto ad espatriare, in seguito ai processi intentati contro i partigiani per i fatti di Porzûs, nei quali fu assolto a Lucca, condannato in appello a Firenze, assolto quindi per amnistia generale, mentre conduceva la sua battaglia per dimostrare la propria estraneità ai fatti.